martedì 7 agosto 2012

montesole

Voglio cantare l'uso della forza
Che nasce dalla comprensione
La forza che contiene la distruzione
Canto la morte che muore
Per la vita di necessità
Che rifugge martirio
l'auto da fé
Non succube di ciò che si dice
Di qua sull'aldilà
Potrà guadarlo in faccia per quello che è
Quando arriverà
L'amore non lo canto
È un canto di per se
Più lo s'invoca meno ce n'è
L'amore non lo canto
È un canto di per se
Canto la vita che ride
Felice di un giorno di nebbia
Di sole se cade la neve
Canto la sorpresa nei gesti dell'amore
Canto chi mi ha preceduto
Chi nascerà
Chi è qui con me
Solo in questo spazio essenziale
L'amore non lo canto
È un canto di per se
Più lo s'invoca meno ce n'è
L'amore non lo canto
È un canto di per se
Canto la guerra
E so “non sono in buona compagnia”
Canto la pace
Che non è un mestiere, né un'ideologia
Canto la libertà
Difficile, mai data
Che và sempre difesa
Sempre riconquistata

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...sono convinto che l'uomo alla vera sofferenza, ossia alla distruzione e al caos, non rinunzierà mai. La sofferenza è difatti l'unico motivo della coscienza. E sebbene io abbia dichiarato in principio che secondo me la coscienza è per l'uomo la più grande disgrazia, so però che l'uomo l'ha cara e non la scambierebbe colle maggiori soddisfazioni. (Dostoevskij)

littlefountains ha detto...

Come diceva Orwell: "La libertà è schiavitù" nel senso (intendo io) che l'uomo libero è sottoposto alla schiavitù della responsabilità nei confronti della propria coscienza, che non può ignorare.
O come diceva Kant (credo) : E' così comodo essere minorenni".

Anonimo ha detto...

Cosa intendi per coscienza?
Io penso che, come "uomini del sottosuolo", siamo destinati a una eterna ricerca di senso.
E' il "destino del viandante" (o pirata come piace a me) come poeticamente Nietzsche definisce chi non si ferma davanti a cattive nottate e pericoli, ma pretende la necessaria notte dell'anima, da cui sorgerà il sole di una nuova coscienza. E diventare ciò che si è richiede coraggio perché solo così (come dice il mio amico Aldo) possiamo essere testimoni della nostra esistenza.
Coscienza è per me il ponte tra il sottosuolo e la realtà, che libera dall'ambiguità e dalle contraddizioni della "normalità".
Sarà un ponte solido o fatto di funi annodate..qui sta solo alla creatività di ogni persona.